Messerschmitt 323 sui fondali della Sardegna
Immagine tratta da www.warbirdresourcegroup.com
I mari di mezzo mondo custodiscono ancora moltissimi segreti: ne è la prova il recente ritrovamento del Messerschmitt 323 sui fondali de La Maddalena. Si tratta di un aereo tedesco da trasporto della Seconda guerra mondiale, un mostro lungo 23 metri e con un'apertura alare di 55, pesante di 27 tonnellate (43 a pieno carico) capace di trasportare 100 soldati o anche mezzi pesanti, inclusi carri armati. E pensare che un aereo così, inizialmente, era nato sul tavolo da disegno come aliante. L'idea era di utilizzarlo in vista della progettata invasione dell'Inghilterra (operazione "Leone Marino", poi mai avvenuta): pensava che avrebbe potuto atterrare di notte, senza che il nemico venisse messo sull'avviso dal rumore dei motori. Ma un mostro del genere necessitava di un traino potentissimo per decollare, non potendolo fare da solo. Vennero quindi ideate due soluzioni: traino da parte di tre Messerschmitt Bf. 110 o di uno Heinkel 111Z, dove la "Z" sta per Zwilinge, "gemelli": due aerei uniti con una sezione alare centrale e l'aggiunta di un motore (per un totale di cinque).
Più tardi i Me.323 furono dotati di sei motori e usati per rifornire l'Afrikakorps di Rommel attraverso il Canale di Sicilia. Molti andarono perduti, con gravi perdite per gli equipaggi. Erano prede facili vista la mole, la lentezza, e la superiorità numerica di inglesi e americani (oltre al fatto che, con la decrittazione della macchina "Enigma", inglesi e americani arrivavano a sapere subito orari, punti di partenza e punti di arrivo dei voli).
Così dev'essere stato anche per quello ritrovato nel mare della Sardegna: ulteriori ricerche (tra documenti e testimonianze oculari) hanno chiarito che questo Me.323 era decollato insieme a un altro della 3/a Staffel del I./TG 5 (Luftwaffe) alle 11.50 del 26 luglio del 1943. Appena venti minuti dopo il decollo i velivoli militari tedeschi vennero intercettati da aerei inglesi e attaccati contemporaneamente. Il primo, colpito in coda, tentò l'ammaraggio e gettò in mare un gommone prima di affondare con gran parte dell'equipaggio, mentre l'altro cercò la fuga verso terra, esplodendo nell'impatto al suolo a Mongiardino sull'isola de La Maddalena. Si salvarono solo 10 membri dell'equipaggio, mentre gli altri morirono carbonizzati.
Se il recupero del relitto andasse a buon fine, il Me.323 potrebbe diventare l'unico esemplare del suo tipo giunto fino a noi.
(Dettagli tratti da: https://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=169275)