Spitfire MH 768 - 68 anni dopo

23.10.2012 21:33

Spitfire MK IX MH 434 a Duxford, 2005 (Wikipedia)

 

Il 23 ottobre del 1944 un caccia Supermarine Spitfire MK IX si schiantò al suolo nelle campagne di Montemurlo, vicino Prato. Il pilota riuscì, fortunatamente, a lanciarsi con il paracadute e fu soccorso da alcuni contadini del luogo.

Per più di mezzo secolo nessuno, pilota incluso, si occupò più dell'aeroplano infilato nel terreno. Finché nel 2002, alcuni appartenenti al Gruppo Storico di Ricerca "Linea Gotica" di Montemurlo riuscirono a individuare con i metal detector il luogo preciso dell'impatto. Scavando a più di otto metri sotto terra riemersero le lamiere, il cruscotto, le armi di bordo e il motore, tutti senza un filo di ruggine grazie all'argillosità del suolo.

Potei vedere i rottami dello Spitfire nel 2003. Riusciva difficile pensare che quei pezzi di metallo contorti fossero stati parte di un aeroplano. Ma la cosa più interessante era un'altra: la targhetta con il numero di serie (MH 768) era andata perduta, e tuttavia il numero stesso era stato scritto a pennello sull'interno del cappottone motore. Fu proprio questa fortunata circostanza che mi permise di risalire al reparto di origine (225 Squadron RAF), non senza l'aiuto di un corrispondente che possedeva il monumentale libro Spitfire - The History di Morgan & Shacklady.

Visto che conoscevo bene l'inglese, fui io a scrivere all'Associazione del 225 Squadron per comunicare che lo Spitfire era stato ritrovato. Leonard Williams, questo era il nome del pilota, mi rispose a stretto giro di e-mail con una contentezza che francamente mi sorprese. Dalle sue parole trasparivano la gratitudine e la gioia per un regalo arrivato come un fulmine a ciel sereno. Leonard si sarebbe aspettato di tutto dalla vita, tranne che il suo Spitfire saltasse di nuovo fuori dopo quasi 60 anni. Di seguito mi raccontò della fatidica missione in cui fu abbattuto:

 

«[...] Ci ordinarono di volare da Peretola fino al Po e cercare posti dove i tedeschi potevano attraversare il fiume di notte per mezzo di pontoni. A capo della missione ero io. Incontrammo molta Flak sopra il fiume e, dopo aver preso nota di uno o due posti probabili, mi volsi verso il nostro secondo obiettivo che era Modena – intanto io e il mio gregario ci eravamo separati. La mia radio si era guastata e non riuscivo a vedere l'altro aereo. Fortunatamente quello riuscì a tornare illeso a Peretola a tempo debito.
Sulla rotta per Modena decisi di attaccare un camion tedesco che viaggiava solitario verso la città. Fu una decisione avventata perché si rivelò armato con una batteria di quattro cannoni da 20 mm. Aprirono il fuoco e il mio Spitfire fu centrato - non so esattamente dove.
 
Flakvierling - Cannone antiaereo quadruplo da 20mm (foto archivio federale tedesco)
 
Comunque, visto che era meglio non correre troppi rischi, interruppi l'attacco e cominciai a salire verso gli Appennini, entrando "in nube" mentre prendevo quota. Sopra le nubi (e sopra le montagne) calcolai una rotta in direzione di Firenze ma, dopo qualche tempo, il motore cominciò a dare problemi e decisi che era meglio saltar fuori. Fu un po' difficile ma, dopo quella che mi era sembrata un'eternità, mi lanciai nel vuoto. Non vidi quel che successe all'aereo.
Atterrai vicinissimo a una fattoria e fui soccorso e portato in casa da un contadino che, dopo aver accertato che ero inglese, mi invitò a bere della grappa che aveva distillato quella mattina stessa. Ci stavamo proprio divertendo quando un maggiore del South African Tank Corps (Corpo corazzato sudafricano) arrivò ed in breve mi riportò alla mia squadriglia».
 
Per questa e altre missioni di ricognizione fotografica, Williams fu insignito della Distinguished Flying Cross. Ecco la motivazione della medaglia:
 
«Questo ufficiale ha dimostrato lodevole efficienza e coraggio nel corso di innumerevoli sortite di ricognizione [...] In una di queste occasioni il suo velivolo fu danneggiato da pesante e concentrato fuoco antiaereo, ma il tenente Williams portò a termine la sua missione prima di abbandonare il velivolo col paracadute. Molte delle sue sortite sono state di grande uso alle armate sul campo».
 
Questa è invece la voce di Morgan & Shacklady - l'elenco di tutti gli Spitfire costruiti durante la guerra - relativa al velivolo:
 
Supermarine Spitfire LF Mk.IX, matricola MH 768, propulso da un motore Merlin 66 e consegnato il 19 settembre 1943 alla 39 Maintenance Unit. Il 24 ottobre 1943 fu imbarcato sulla SS Charlton Hall e trasferito a Casablanca dove arrivò il successivo 17 novembre. Il 30 novembre fu assegnato al 218 Group e impiegato in missioni di ricognizione tattica in Nordafrica. Dal 28 settembre 1944 in poi fu dato in carico al 225 Squadron basato sull'aeroporto di Peretola.
Il 23 ottobre 1944 fu abbattuto dalla Flak e abbandonato dal pilota. Ricevette danni di "Categoria E" (non riparabili) e fu quindi radiato.
 
 
Incontrai Leonard quando visitò Firenze insieme ai suoi compagni della RAF nel 2005. Fu una grande emozione per entrambi: ci vedevamo di persona per la prima volta. La stima era reciproca: egli mi esternava in ogni modo la sua riconoscenza, mentre io ascoltavo spezzoni di storia della RAF dalla sua viva voce, praticamente in diretta. Va detto che senza gli amici del Gruppo Storico "Linea Gotica" non avrei combinato neanche quel poco che ho fatto.
 
Questo è stato l'avvenimento più importante della mia giovinezza e forse della mia vita. "Tutto quello che è venuto dopo è stato solo un anticlimax" (cit. F. O'Connor).
 
Leonard è scomparso cinque anni fa a 87 anni, e ancor oggi ne sento moltissimo la mancanza. Ma mi rimangono bellissimi ricordi della sua amicizia e dei suoi racconti di pilota di Spitfire.